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THD significa "Total Harmonic Distorsion" cioè distorsione armonica totale. Molto in breve, nel percosrso del segnale si aggiungono delle nuove frequenze (armoniche) che generano distorione. La THD misura il livello di distorsione. Ti posto dei link:
http://www.audiosonica.com/it/corso/...ica_Totale_THD
http://www.scribd.com/doc/54464867/2...armonica-e-THD
:)
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Pensavo che fosse semplice già così :D, non vedo modi diversi.
Comunque: se vai a leggerti la prova di un qualsiasi ampli su AV troverai un grafico che illustra l'andamento della distorsione armonica nei confronti della frequenza rilevata ad alcune potenze di uscita.
In alcuni casi si può vedere che l'andamento di queste linee cambia tra quella a livello di uscita più basso e quella relativa al livello più alto, ossia si ha un rialzamento della curva, più o meno grande, al livello più basso.
Ora la cosa è molto più ridotta rispetto al passato, ma può capitare l'ampli in cui tale comportamento sia ancora presente in misura maggiore.
In questo caso l'ascolto ai livelli più bassi, oltre che al fenomeno citato negli interventi precedenti, viene afflitto anche da un aumento della distorsione.
L'origine è nella "crossover distortion" (distorsione di incrocio) che avviene nel momento in cui c'è il passaggio da semionda positiva a quella negativa e viceversa, parliamo di stadi di uscita in push-pull in Classe B, per questo si usa la classe AB, che riduce quasi del tutto il fenomeno, ma un pochino ne rimane; uno dei metodi per ridurla ulteriormente è tramite la controreazione (orrore, lo so, ma è la solita questione di coperta corta), poi ci sono anche altre cause, ma in rete con il termine inglese si trova molto materiale, ad esempio qui:
http://www.douglas-self.com/ampins/dipa/dipa.htm
ad opera di un grande della progettazione, nonchè autore di molti libri e collaboratore di molte riviste.
Ciao
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Dopo aver letto i vari interventi sul tema , aggiungerei alcune considerazioni, riguardo il comportamento fisiologico dell'orecchio umano anzi al binomio orecchio/cervello , ovvero l'assuefazione al tipo di suono moidificato ,anche in modo minimo , con i controlli di tono ed ancor di piu' con il loudness. Concordo , con quanto espresso precedentemente riguardo la qualita' dell'ampli , ovvero della bonta' della progettazione , che puo' risolvere bene anche gli ascolti ai bassi livelli , o meglio rende '' meno indispensabile '' l'uso di un correttore tipo loudness ; e' vero infatti che ci sono ampli che hanno maggiore capacita' rispetto ad altri di rendere in'ottima risposta in frequenza e poco dissimile sia ai bassi livelli che a medioalti livelli inteso maggiormente come omogeneita' ed equilibrio tra le gamme per quantita' e qualita' : sia ben chiaro pero' che tutto viene vanificato se non c'e' poi la resa '' a valle '' di diffusori capaci di rendere bene ai bassi livelli di ascolto , maggiormente inteso come capacita' di rendere la risoluzione e la dinamica. Concordo sulle prestazioni degli ampli a prescindere dal tipo di sistema utilizzato , vedi transistor , valvole e circuitazione varie , ma includo anche gli '' ibridi '' che quando competentemente progettati possono offrire prestazioni veramente allo stato dell'arte ; il mio attuale ( dal 1991 ! )ampli e' infatti un ibrido , valvole nello stadio pre e transistor bipolari in quello finale , il miglior lavoro e' risaputo che la valvola lo svolge in preamplificazione , Ensemble/Solen ha dimostrato con i suoi ibridi l'eccellenza di questa tecnologia quando sapientemente utilizzata . Il mio sistema , inteso come ampli/diffusori/ambiente/rapporto S/N generale , perche' e' tutto cio' in toto che bisogna considerare , non mi fa sentire grosse esigenze di utilizzo di un eventuale correttore loudness o controlli tonali , riscontrando una risposta molto omogenea e '' precisa '' ai vari livelli di ascolto , fatto salvo ovviamente un po' di mancanza di '' pressione '' della gamma bassa/bassissima , a volumi di ascolto molto bassi , ma non tale da farmi sentire un grosso bisogno di correggere , mi va bene cosi' preferendo non alterare la risposta complessiva ed anche in riferimento al discorso iniziale riguardo una certa '' assuefazione '' che ho sperimentato e che considero negativa . Non escludo , comunque , l'utilizzo del loudness , e dei controlli di tono , in differenti situazioni , vedi ampli/casse meno performanti , ambiente e rapporti S/N deficitari che vanno ad aggiungersi alla naturale curva fisiologica dell'orecchio umano , che denota minore sensibilita' ai bassi-bassissimi livelli di ascolto paricolarmente in gamma bassa-bassissima.
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Mi ha risposto uno dei produttori a cui ho scritto :D
La mia domanda era la seguente:
"Buongiorno a Voi,
Ho un impianto che uso per l'ascolto esclusivo di musica, a 2 canali, il quale mi soddisfa non poco.
Nonostante questo, mi sto guardando attorno per capire se posso "guadagnare" qualcosa cambiando l'integrato.
Non tutti gli ascolti sono a volume "canonico", ma piuttosto a basso volume, in "sottofondo".
Dell'attuale integrato che ho, apprezzo molto il fatto di avere il tastino "loudness", per gli ascolti a basso volume, nonche' le manette per alti e bassi.
Avendo visto le foto del vostro integrato XXX, sul frontale queste regolazioni non sono presenti, volevo sapere se queste funzionalita' sono direttamente "implementate", ovvero se i vostri integrati "regolano" il segnale da mandare ai diffusori autonomamente a seconda del volume, o meno."
La risposta e' stata:
"i nostri amplificatori non operano nessuna modifica del segnale in ingresso in quanto l'obiettivo (in prima approssimazione) è quello di amplificare il segnale nel modo più fedele possibile.
Pertanto non sono implementate funzioni di tipo loudness.
C'è da dire però che per gli ascolti a basso livello i nostri amplificatori traggono vantaggio da un altro parametro, ossia l'elevato rapporto segnale rumore e il basso letto di rumore. Nel caso del XXX il letto di rumore è di -110dBV!"
Secondo voi, quello che mi stanno dicendo e' coerente con la mia domanda?
Che roba e' il "letto di rumore" ???? :confused:
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In pratica ti hanno detto che il rumore di fondo residuo del loro ampli è praticamente inudibile, per cui non maschererà il segnale in caso, ad esempio, di pianissimi.
Bella risposta di stampo prettamente pubblicitario.
A parte il fatto che ormai da tanti anni il problema del rumore di fondo è praticamente inesistente, salvo forse per qualche ampli a valvole, cosa c'entra il rumore di fondo che può coprire il segnale utile con la difficoltà di riuscire a percepire una frequenza bassa a livelli di ascolto non elevati?
Assolutamente nulla, ma loro fanno gli ampli seguendo la moda attuale e non possono certo scrivere questo, ti rispondono in modo non attinente dicendo che loro non alterano, preferiscono non farti sentire nulla piuttosto che farti sentire, ma magari un pochino alterato.
Che poi il circuito si può escludere, per cui che sia l'utente a scegliere:
1 - voglio ascoltare, non proprio benissimo, con il suono un pochino alterato, ma voglio ascoltare comunque
2 - non sia mai, preferisco non ascoltare o, meglio, ascoltare con un notevole sbilanciamento nella risposta in frequenza
Premo o meno il tasto e voilà, ecco fatta la mia scelta.
No, la moda impone che ora il tasto non ci sia, se c'è allora l'ampli non è degno di essere guardato, neanche da spento.
Ciao
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A meno di non attaccarsi con l'orecchio al tweeter è più facile e probabile sentire il fruscio di fondo della registrazione, specie se analogica e datata, piuttosto che il rumore di fondo di un'elettronica. :)
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"Avendo visto le foto del vostro integrato XXX, sul frontale queste..."
Piacerebbe sapere la marca... :D magari in codice...
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Mi spiace PIEP, ma per essere corretti, ho "neutralizzato" le risposte, quindi non te lo diro' nemmeno in PM.
Cmq non ho interpellato solo un costruttore, ma vari, tra i quali anche alcuni esteri.
Lo scopo non e' "puntare il dito", ma capire anche dai costruttori come mai non c'e' sto tastino del loudness, che peraltro sembra avere il suo perche'... appunto essendo un tastino, e quindi escludibile!
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Nel frattempo sono andato ad ascoltare un po' di ampli (e se gli ascolti sono la base, ho "ristretto" la scelta), e mi e' arrivata una risposta da un altro costruttore:
"Buongiorno,
i due amplificatori da Lei menzionati sono molto differenti [segue spiegazione di "base"]
Anche nel costo sono differenti, XXY costa quasi il doppio di XXZ.
Gli amplificatori non sono dotati di loudness."
Appunto durante una sessione di ascolto, sono stato "fulminato" dal suono delle valvole.... dopo aver ascoltato 2 ampli a stato solido.... quindi il discorso si sta "allargando", nel senso che non so se esistano valvolari con il tastino o i controlli di tono.... anche se devo dire che con uno di questi a valvole devo dire che non ho assolutamente sentito il bisogno del loudness... pura autosuggestione, o c'e' qualcosa di scientifico dietro a cio' ???
Il tutto, chiaramente, da approfondire con futuri ascolti, magari piu' "mirati", avevo dietro solo 2 CD // canzoni "di riferimento".
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Citazione:
Originariamente scritto da
karletto_
pura autosuggestione, o c'e' qualcosa di scientifico dietro a cio' ?
La prima; oppure non c'era bisogno perchè quell'ampli colorava il suono già di suo.
I controlli di tono e il controllo del Loudness sono sempre stati presenti negli ampli a valvole dell'epoca d'oro (e nessuno si scandalizzava).
Ora non li mettono poichè "non fa hi-end", così come non li mettono negli ampli a stato solido.
Ciao
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.... e che mi dite di tal Vincent ???
Ho scoperto questa marca quasi per caso, parlando con un collega.
Mi dice che son qua della regione (?!), non molto famosi qua proprio perche' tedeschi (per loro l'hi-fi appartiene al "vivere bene", quindi e' italiano, o cmq "esotico"), ma secondo lui molto buoni per quel che costano.
Li aggiungero' sicuramente alla lista degli ascolti, ho visto il loro sito e i loro ampli hanno sia il tastino loudness, che i controlli di tono, pure sui modelli ibridi & valvolari!
Voi che mi dite?