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Test preview Sony 4K laser VPL-GTZ1
Test preview Sony 4K laser VPL-GTZ1
Emidio Frattaroli - 12 Febbraio 2015
“Grazie alla disponibilità di Naoya Matsuda, progettista Sony e "deus ex machina" dei proiettori Sony a risoluzione 4K per il settore home theater, ho potuto approfondire e misurare in anteprima alcune delle caratteristiche del nuovo 4K laser a tiro cortissimo”
Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche dichiarate

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Amsterdam, 11 Febbraio 2015. L'ISE (Integrated System Europe) è diventato l'appuntamento più importante dell'anno in Europa per l'integrazione dei sistemi, sia per il mercato delle installazioni residenziali, sia per quelle legate al settore professionale. E non solo. L'ISE sta diventando sempre più ilriferimento a livello internazionale per la presentazioni di prototipi  e soluzioni del settore della videoproiezione.  Ogni anno vengo invitato ad almeno un paio di dimostrazioni "riservate", dove, prima di entrare, è necessario firmare un accordo di non divulgazione. In queste occasioni le aziende mostrano alcune delle soluzioni prossime alla data di commercializzazione e chiedono agli analisti, ad alcuni importanti clienti - e a persone come il sottoscritto - un feedback sul prodotto presentato. Non è questo il caso, poiché il proiettore Sony VPL-GTZ1 è stato già annunciato più di sei mesi fa ed è la versione "professionale" del famigerato concept  Life Space UX presentato al CES 2014 e dedicato al mercato residenziale in alcuni selezionati paesi.

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In teoria non si tratta di nulla di nuovo poiché di proiettori a tiro cortissimo ne abbiamo già visti. E abbiamo anche visto proiettori a risoluzione 4K (4096x2160), come abbiamo già visto proiettori con engine ibrido, basato sul mix di laser e fosfori. La novità in realtà c'è eccome poiché nessuno aveva riunito queste tre caratteristiche in un solo prodotto. E con un prodotto del genere, le possibilità di installazione in un ambiente casalingo crescono ulteriormente. Inoltre, citando il famoso thread su "il proiettore dei nostri sogni...", aperto da Nicola D'Agostino nell'Ottobre 2011, analizzando il nuovo VPL-GTZ1 possiamo immaginare quale potrebbe essere il prossimo proiettore Sony 4K, con ottica tradizionale a tiro medio-lungo e con un sistema di illuminamento a stato solido come quello del VPL-GTZ1. Torniamo ora alla meraviglia attuale e diamo un'occhiata alle caratteristiche dichiarate del  nuovo 4K laser di Sony.

Caratteristiche dichiarate

 
produttore   Sony zoom   1,6X (servo)
modello   VPL-GTZ1 rapporto di tiro   0,16:1 - 0,25:1
listino   € 37.500,00 + IVA lens shift H/V   no
4K ready   si (4:2:0 @ 8 bit) HDMI in   4 (HDMI 2.0)
tecnologia   SXRD (3xLCoS) SDI/DVI in   no/no
risoluzione   4096x2160 component in   no
diagonale MD   0,74" RGB in   no
DSP video   n.d. S-video in   no
luminosità max   2.000 lumen CVBS in   no
contrasto max   infinito (dinamico) trigger   n.d.
illuminamento   laser (B) fosfori (R+G) RS232/USB   1/1
potenza (eco)   n.a. dimensioni   1200x265x535 mm
durata (eco)   n.d. (20.000h) peso   55 kg
rumorosità (eco)   n.d. (26dB) consumo (st.by)   520 W (0,5W)
 Note e ulteriori informazioni
Caratteristiche dichiarate: www.sony.it/pro

 

 

Pagina 2 - Tecnica e possibilità d'installazione

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Il nuovo Sony VPL-GTZ1, a risoluzione nativa 4K (4096x2160) utilizza gli stessi tre microdisplay (con diagonale di 0,74" e tecnologia SXRD) che vengono utilizzati anche negli altri quattro videoproiettori Sony  a risoluzione 4K: VPL-GT100, VPL-VW1100, VPL-VW500 e VPL-VW300. in particolare, le caratteristiche principali  sono molto simili a quelle del VPL-VW1100 e del VPL-VW500. Nel GTZ1 troviamo infatti lo stesso menu, il reality creation e anche il diaframma automatico. Le principali differenze, oltre al tipo di ottica e al sistema di illuminamento, sono legate al flusso luminoso (qui abbiamo 2.000 lumen dichiarati), all'ampiezza del gamut colore (soprattutto per le componenti rossa e blu) e alla durata della sorgente luminosa, pari a 20.000  ore. Il sistema di illuminamento è formato da tre elementi. Il primo è il laser di colore blu che ha una doppia funzione: prima di tutto costituisce la componente blu della terna RGB; inoltre eccita lo strato di fosfori di colore verde e rosso depositati su una ruota colore. A valle della ruota colore - che non ha niente a che vedere con la ruota colore dei DLP a singolo chip - la luce è praticamente bianca poiché è il  risultato del mix del colore blu del laser che si unisce al giallo formato dal mix delle componenti rossa e verde dei fosfori. A questo punto l'architettura è la stessa degli altri proiettori Sony 4K basati su lampada, con i filtri dicroici in cascata che separano le tre componenti RGB. Qui in basso c'è lo schema dell'engine laser del VPL-FHZ55 con tecnologia 3LCD: nel caso del VPL-GTZ1 la porzione del sistema d'illuminamento a stato solido dovrebbe essere molto simile.

Architettura del proiettore laser ibrido Sony  FHZ55 con tecnologia 3LCD, simile al GTZ1
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L'altro elemento fondamentale è la durata del sistema d'illuminamento. Sony dichiara 20.000 ore come molti altri produttori che usano soluzioni simili. In realtà in questo caso serve una precisaizone. Nella stragrande maggioranza dei casi, le 20.000 ore si riferiscono a due condizioni. Prima di tutto 20.000 ore sono il limite in cui il flusso luminoso si è dimezzato  ma con il proiettore che è ancora in grado di proiettare. La  seconda condizione riguarda la potenza di funzionamento. In altre parole, molto spesso le 20.000 ore si riferiscono al funzionamento in modalità eco. Da Sony non ho avuto ancora dichiarazioni ufficiali a quale "potenza" si riferiscono le 20.000 ore. Sono in attesa di una risposta. In ogni modo, anche se le 20.000 ore fossero riferite alla modalità "eco", è lecito attendersi non meno di 15.000 ore prima che il flusso luminoso si dimezzi, anxche con il sistema di illuminamento alla massima potenza. Per il resto, il proiettore è dotato di un'ottica tanto complessa quanto straordinaria  in termini di qualità. Il dettaglio che ho potuto osservare è molto elevato, le aberrazioni cromatiche sono praticamente invisibili (notate il particolare qui in alto che si riferisce all'angolo in basso a sinistra) e le distorsioni geometriche estremamente contenute.

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Nell'installazione ad Amsterdam, come quella a Las Vegas del mese scorso, Sony ha mostrato le possibilità del nuovo VPL-GTZ1 con due modelli affiancati in modalità edge-blending, in modo da realizzare una proiezione con risoluzione orizzontale di quasi 8.000 punti (8K x 2K). La qualità dell'installazione è eccellente, merito anche dei partner che hanno partecipato alla realizzazione. La qualità dei filmati è stata meno entusiasmante. La maggior parte dei contenuti visualizzati sono rendering con evidente aliasing e anche con riproduzione non proprio fluidissima, probabilmente a causa di una frequenza di scansione non ottimizzata. Al di là di queste piccole cadute di stile, la qualità d'immagine del GTZ1 è molto elevata e si avvicina molto a quella del VPL-VW1100. Con un tiro così corto le possibilità di installazione possono essere solo immaginate. Oltre alla classica modalità in retroproiezione (consigliatissima) è possibile pensare anche alla proiezione frontale, con il  GTZ1 a soffitto. Inoltre, se mi è concesso sognare, immagino una installazione con quattro VPL-GTZ1 (due a pavimento e due a soffitto, in edge-blending) in modo da formare una immagine 8K x 4K...

 

Pagina 3 - Misure, gamut colore e considerazioni

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In questa edizione dell'ISE ho portato con me un piccolo giocattolino che fino a qualche anno fa era considerato un ottimo strumento per calibrare display e proiettori. Si tratta del piccolo Xrite i1 Pro che ha un paio di limiti. Limiti che devono essere presi in seria considerazione. Il primo limite riguarda la finestra dei valori di luminanza che è in grado di leggere con una incertezza di misura accettabile e che è compresa tra circa 2 cd/mq e qualche centinaio di cd/mq. L'altro limite riguarda la risoluzione, limitata in circa 10 nanometri FWHM (Full Width at Half Maximum). Questo è un aspetto molto importante quando si devono misurare sorgenti luminose con componenti primarie conspettro luminoso stretto come LED, laser oppure lampade CCFL wide gamut. Un diodo laser ha una banda molto stretta, compresa anche in meno di 10 nanometri. Facciamo un esempio proprio con il laser blu del proiettore Sony. Come potete vedere in figura qui in basso, lo spettro è strettissimo ed è centrato, secondo l'i1Pro, alla frequenza di 454 nanometri. Considerando l'incertezza di misura e la bassa risoluzione dell'i1 Pro, il centro dello spettro reale del blu potrebbe essere spostato di una manciata di nanometri e il livello totale di luminanza misurato potrebbe essere inferiore al valore reale.

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In altre parole, le coordinate cromatiche e l'intensità luminosa reali della componente blu di questo Sony (o di qualunque proiettore con sistema di illuminamento a LED oppure a laser), potrebbero essere leggermente differenti. Differenti ma comunque sempre più attendibili rispetto a quelle misurate con un semplice colorimetro. Per avere una misura certa, lo spettrometro dovrebbe avere una risoluzione di almeno 5 nanometri FWHF, come quella di un Minolta CS2000A, tanto per fare un esempio. Nel mio laboratorio utilizzo uno spettrometro OceanOptics con una risoluzione di 1,5 nanometri FWHM, quindi ben superiore alle necessità di misura del colore. Purtroppo, per motivi che lascio immaginare, il setup OceanOptics non esce dal mio laboratorio e nelle trasferte porto soltanto l'i1 Pro. Inoltre, le condizioni della saletta Sony dove era in dimostrazione il nuovo VPL-GTZ1 non permettevano di misurare altri parametri come il flusso luminoso e curve del gamma. Motivo per cui mi sono limitato alla misura dello spettro delle tre componenti con due profili colore diversi: quello con il gamut nativo (spazio colore 2) e anche il REC.709.

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Come già anticipato, la componente blu è generata direttamente dal fascio di laser, con spettro molto stretto e quindi con coordinate cromatiche sul bordo dello spazio colore CIE 1931, peraltro molto vicine ai limiti dello spazio colore REC.2020. Lo spettro della componente componente rossa è generato filtrando la luce generata dai fosfori gialli con un filtro dicroico, con ottimi risultati: anche la componente rossa è molto stretta ed è molto vicina al bordo dello spazio colore e ai limiti dello spazio colore REC.2020. La componente verde invece ha uno spettro un po' più largo e quindi le coordinate cromatiche cadono appena fuori dal gamut REC.709 ma lontano dai limiti degli spazi colore più estesi come il DCI e il REC.2020. Vi ricordo che dei tre primari RGB, la componente verde è quella più sostanziosa. In altre parole, Sony avrebbe anche potuto usare set di filtri dicroici differenti oppure un mix di fosfori con meno giallo ma in questo caso il flusso luminoso sarebbe stato ben inferiore.

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Sul flusso luminoso, benché non abbia condotto alcuna misura, sono in grado di estrapolare un dato abbastanza attendibile. Il dato dichiarato dalla casa, pari a 2.000 lumen, si riferisce con le impostazioni di default e con un bilanciamento del bianco non molto vicino al riferimento. Naoya Matsuda ha dichiarato che, con ilbilanciamento del bianco calibrato D65, il flusso luminoso dovrebbe scendere del 25%. Inoltre dobbiamo considerare il rapporto d'aspetto delle matrici, pari a 1,89:1. Il massimo flusso luminoso è riferito all'intera matrice, con risoluzione di 4096x2160 pixel. Se si illuminerà uno schermo con rapporto d'aspetto pari a 16:9, bisogna considerare una ulteriore diminuzione leggermente inferiore all'area nella, quindi pari a circa il 5%. Ecco quindi che dal nuovo GTZ1 è lecito attendersi almeno 1400 lumen, più che sufficienti per illuminare schermi da oltre 4 metri di base. In particolare, è lecito aspettarsi 50 cd/mq anche illuminando schermi da 4 metri di base in formato 16:9 oppure da 4,25 metri di base se consideriamo l'intera matrice e uno schermo con rapporto d'aspetto di 1,89:1.

Per concludere, se dal punto di vista della qualità e delle possibilità d'installazione il giudizio non può che essere estremamente positivo, sul prezzo di listino invece rimango sconcertato: servono infatti poco più di 45.000 Euro (quarantacinquemila) per portarsi a casa questa ennesima meraviglia targata Sony, più del doppio rispetto ad un VPL-VW1100 con latradizionale lampada al mercurio. Tanti soldi che sotto molti aspetti sono sicuramente più che giustificati ma che porranno un freno molto potente alla diffusione di questo bellissimo proiettore 4K. Concludo con un ringraziamento a Naoya Matsuda e Aki Kuzumoto per la collaborazione e per aver reso possibile questa piccola anteprima.

Per maggiori informazioni: www.sony.it/pro/product/projectors-visualisation-simulation/vpl-gtz1