AV Magazine - Logo
Stampa
Lumix DC-GH5: introduzione
Lumix DC-GH5: introduzione
“A pił di sei mesi dall'introduzione sul mercato, abbiamo messo finalmente le mani su un esemplare della nuova Panasonic Lumix GH5, con firmware gią in versione matura, registrazione in camera in 4K fino a 60p, fino al component 4:2:2 e anche fino a 10 bit per componente...”
Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche


 - click per ingrandire -

All'interno di AV Magazine, sebbene ci si occupi più generalmente di "riproduzione" audio e video, in realtà una parte del nostro lavoro - che prescinde l'attività giornalistica - è dedicata alla produzione e alla post produzione video, sia per il cinema che per la televisione. Con questa premessa potrete immaginare quanto siamo sensibili a tutti i prodotti e soluzioni che in qualche modo possono essere catalogati all'interno di questo piccolo grande universo. Inoltre, anche se il nostro interesse personale principale non è rivolto ai prodotti consumer, sempre più spesso il mercato dell'elettronica di consumo riesce a proporre prodotti con caratteristiche che sono proprie dei modelli professionali.

La fotocamera Panasonic Lumix DC-GH5, anunciata lo scorso gennaio 2017 e in vendita già dal mese di aprile, è l'esempio perfetto poiché porta con sé - per la prima volta - peculiarità che fino a ieri erano riservate soltanto a prodotti dedicati al settore "pro", con costi fino ad un ordine di grandezza superiore. Tra le qualità più esclusive ricordiamo ad esempio la possibilità di registrare video a risoluzione 4K fino a 60 fotogrammi progressivi al secondo ad 8 bit per componente e in 4:2:0, oppure fino a 30 fotogrammi progressivi al secondo  a 10 bit per componente e il tutto con compressione component 4:2:2.

Passare ad esempio da 8 a 10 bit per componente potrebbe sembrare poca cosa: si utilizza una banda passante che cresce soltanto del 25% ma di fatto si quadruplicano le sfumature per ciascuna delle tre componenti cromatiche (1024 possibili sfumature invece che le classiche 256 per Y, Cb e Cr). Una ricchiezza di sfumature che nella post-produzione è di fondamentale importanza se non si vuole correre il rischio di introdurre artefatti di solarizzazione (alias "color bending") con operazioni di correzione colore. Un altro esempio è la compressione component 4:2:2 che, rispetto a quella "classica" 4:2:0 riservata al mondo consumer, consente di raddoppiare la risoluzione delle due componenti cromatiche "Cb" e "Cr" che vengono registrate all'interno della fotocamera.


 - click per ingrandire -

La Lumix GH4 già presentava queste caratteristiche all'uscita HDMI, ovvero 10 bit per componente e compressione component 4:2:2 ma solo fino a 30 fotogrammi al secondo e richiedendo di fatto l'utilizzo di un registratore esterno che, fino a poco fa, sarebbe costato molto più del corpo della stessa fotocamera. La nuova GH5 è in grado di registrare a 10 bit per componente e in 4:2:2 su una delle due schede SD, anche se con qualche piccola limitazione, ovvero soltanto a 24, 25 e 30 fotogrammi al secondo, con un bitrate che può spigersi fino a 400 Mbps in modalità "ALL-Intra" (soltanto "intra-frame"). Se si passa a 50p oppure a 60p si è costretti a scendere ad 8 bit per componente e con la classica compressione component 4:2:0. Sull'uscita HDMI è invece possibile inviare il segnale 4K 60p, 10bit e 4:2:2.

Tra le altre caratteristiche a dir poco allentanti della nuova Lumix GH5 c'è anche il sensore "stabilizzato", ovvero dotato di servomeccanismi che ne traslano la posizione, rendendo stabilizzato qualsiasi obiettivo. Questa caratteristica non è una novità ed è già stata introdotta da altri costruttori, ad iniziare da Sony con le prime "Alpha". La novità è che lo stabilizzatore della GH5 può lavorare in perfetta sinergia anche con alcune delle ottiche stabilizzate pensate per questo nuovo sistema (come lo spettacolare Leica 12-60 con rapporto di apertura compresso tra 2.8 e 4.0), regalando in quest'ultima condizione una stabilità di ripresa quasi da "fantascienza" e che ha come metro di paragone un vero "gimbal".

Link alle caratteristiche complete dichiarate dal costruttore

 

Pagina 2 - Hands-on


 - click per ingrandire -

Oltre alle tante caratteristiche di sicuro interesse, nella GH5 ci sono anche alcune funzioni molto interessanti che ne consigliano l'uso anche come prodotto professionale, oltre che migliorare ulteriormente ed in modo sensibile la qualità di ripresa ottenuta con la gloriosa Lumix GH4. Prima di continuare serve però una premessa fondamentale. Come già anticipato in apertura, durante il test della nuova GH5 ci siamo "limitati" all'analisi della qualità e delle funzioni nel funzionamento come videocamera. Per la parte prettamente fotografica ci confronteremo invece con Emanuele Costanzo che ne ha già parlato sulla rivista Fotocult.

Tra le caratteristiche più interessanti delle funzioni video, la prima cosa che si apprezza sicuramente è la possibilità di sfruttare l'intero sensore in formato FT  ("quattro terzi" ovvero 17,3x13mm) anche per i video a risoluzione 4K. Nella GH4, quando si acquisiscono video a risoluzione 4K, viene utilizzata soltanto la "regione" del sensore con quella specifica risoluzione nativa, quindi con risoluzione di 3840x2160 oppure 4096x2160. Il risultato è un "crop" abbastanza evidente poiché a tutta larghezza il sensore della GH4 misura 4608 pixel; il risultato è che nelle riprese a risoluzione 4K il fattore di crop è ben più elevato del "2X" caratteristico del formato. Nella GH5 tutto questo non succede.

Per fare un esempio, lo spettacolare obiettivo 12-60 2.8-4.0 che è nel kit DC-GH5L che abbiamo avuto a disposizione per due settimane, è equivalente a circa un 24-120 di una fotocamera con sensore 24x36 e in ogni condizione di ripresa, quindi anche in 4K. In più la GH5 prevede due possibilità di "crop" per aumentare il fattore di zoom in ripresa video. Una delle due possibilità è in realtà la conseguenza dell'attivazione della stabilizzazione elettronica, che può essere sommata alle due funzioni di stabilizzazione dell'obiettivo e del sensore di cui parleremo più avanti, nel corso degli inevitabili approfondimenti.

 
 - click per ingrandire -

Tornando all'analisi della qualità, la possibilità di sfruttare l'intero sensore anche per le riprese in 4K sollevava un dubbio molto preciso. Nella GH4 si usa l'area del sensore a risoluzione nativa, quindi senza alcun tipo di ricampionamento della risoluzione, in cui ogni fotodiodo corrisponde al pixel registrato. Nella GH5 invece la risoluzione nativa del sensore - che in ripresa vale 5184x2916 - deve essere riscalata a 3840x2160. Con quali conseguenze? Il risultato è eccellente, la risoluzione effettiva rispetto alla GH4 aumenta e diminuiscono i piccoli artefatti di "de-bayering" comunque presenti anche nella GH4.

Anche la gestione del rumore sembra superare le iniziali perplessità di buona parte della redazione. Passando dalla GH4 alla GH5 le dimensioni del sensore non cambiano ma aumenta sensibilmente la risoluzione, da 16 a 20 megapixel. La conseguenza è che i fotodiodi della GH5 sono più piccini rispetto a quelli della GH4. Il risultato invece è anche qui eccellente e la novità è che il rumore a 1600 ISO è più che accettabile anche senza particolari contro-misure sulla esposizione.

L'autonomia rispetto alla GH4 è diminuita sensibilmente di circa un terzo ma solo quando lo stabilizzatore è attivato. In condizioni normali la diminuzione dell'autonomia è meno evidente. L'ergonomia rispetto alla GH4 è migliorata, non soltanto nella posizione di alcuni pulsanti ma anche per la notevole qualità di monitor e oculare, quest'ultimo davvero molto grande, con elevata risoluzione e con frequenza di quadro di 120Hz: un vero spettacolo per gli occhi e per l'analisi della messa a fuoco anche in condizioni d'illuminazione estreme. RImangono invece da approfondire sia le analisi sulla gamma dinamica - che ci è parsa inferiore alle aspettative - sia quelle sui colori, anche questi meno precisi rispetto alle migliori camere professionali. Per queste analisi però non sono stati sufficienti i pochi giorni in cui abbiamo avuto a disposizione la camera.

Approfittiamo anche per aggiungere che in redazione abbiamo a disposizione già da qualche anno una Lumix GH4 che utilizziamo regolarmente in alcune produzioni; lo scorso anno abbiamo acquistato anche una Sony Alpha S7 II. Nelle due settimane in cui abbiamo avuto a disposizione la GH5, anche se troppo poche per analizzare davvero a fondo tutti gli aspetti e la qualità della nuova ammiraglia Lumix nelle varie condizioni di ripresa, abbiamo potuto comparare la nuova GH5 con queste due camere. Per farla breve, qui in redazione abbiamo deciso tutti insieme di acquistare un esemplare di GH5, soprattutto perché gli aspetti principali e la qualità della nuova camera Panasonic ci hanno pienamente convinto.

In più, con un modello a nostra completa disposizione, avremo modo di analizzarla in ogni più piccolo dettaglio, con la promessa che già nelle prossime settimane potrete osservare misure con il software Imatest, test e comparazioni con le altre camere che abbiamo a disposizione e con indagini approfondite su gamma dinamica, rumore, risoluzione effettiva (anche in funzione della sensibilità e del rumore), numero effettivo dei sfumature (profndità in bit) e sui colori, questi ultimi analizzati anche dal punto di vista della saturazione e della gamma dinamica. Infine Ermanno ha promesso che si occuperà dell'integrazione della GH5 all'interno di una catena di correzione colore, con analisi ed elaborazione delle curve del gamma e delle LUT all'interno di "Da Vinci Resolve" in modo da sfruttarne al 100% tutte le potenzialità. Che sia la volta buona? Lo scopriremo molto presto...

Per maggiori informazioni sulla Lumix DC-GH5: www.panasonic.com/it/dc-gh5.html

... continua