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Le cronache di Narnia

Recensione di Alessio Tambone , pubblicato il 05 Giugno 2006 nel canale SOFTWARE

“AVMagazine ha analizzato l'edizione speciale a doppio disco del film ispirato al ciclo delle avventure scritte da C. S. Lewis. Un'edizione veramente ricca di extra, per un film che tuttavia ha qualche pecca di troppo”

La sceneggiatura

Lewis era un grande amico di Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli. I due amici hanno scritto questi romanzi fantasy nello stesso periodo, consultandosi e sottoponendosi vicendevolmente le bozze per idee e consigli. Ci sono senza dubbio alcune similitudini tra le due saghe ma è molto più semplice metterne in evidenza la più grande differenza. Tolkien fu un autore molto prolisso, le cui descrizioni potevano anche durare diverse pagine di romanzo. Al contrario Lewis adottò uno stile un po' più scarno, lasciando al lettore più immaginazione. La stessa differenza che intercorre tra un disegno abbozzato a grandi linee in bianco e nero e la sua realizzazione finale in un quadro ricco di colori.

 
Il bombardamento e la battaglia, due delle scene ampliate nel film
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Nella trasposizione cinematografica del Signore degli Anelli il regista Peter Jackson decise - e la scelta si rivelò esatta - di portare questa "lentezza" anche sul grande schermo. In questo caso invece il team di sceneggiatori guidato dal regista Andrew Adamson ha deciso di modificare leggermente l'assetto del libro. All'inizio del racconto una semplice frase formata da poche parole, che collocava la vicenda in un preciso spazio storico-temporale, è stata ad esempio espansa. Si è quindi deciso di realizzare la scena iniziale di un bombardamento, calando gli spettatori prima nella pericolosa realtà della guerra - i protagonisti rischiano di rimanere bloccati sotto le macerie - e solo successivamente nella campagna, anticamera di Narnia. Stessa sorte è toccata alla battaglia finale, raccontata nel libro in una pagina e mezzo di scritto, senza troppe descrizioni dettagliate, che è stata ricostruita in maniera più complessa nel film.

Uno script quindi ampliato e corretto, anche con una caratterizzazione più approfondita dei personaggi, che però ha la grande pecca di rimanere troppo legato ad un pubblico infantile. Resta quindi qualche dubbio sulla sua validità, che però conseguentemente ci offre una certezza: la febbre per un certo maghetto inglese da parte dei fanciulli di oggi non è stata ancora messa in discussione.

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